8 curiosità sugli stalloni che forse non conosci

Gli stalloni sono spesso visti come creature magnifiche da alcuni amanti dei cavalli, mentre per altri possono sembrare un vero mistero. Hanno la reputazione di essere un enigma, con opinioni contrastanti che circolano sul loro conto. Ma la verità è che gli stalloni sono animali molto interessanti, e c’è molto di più da scoprire su di loro rispetto a ciò che appare in superficie.
In questo articolo, esploreremo 8 aspetti sorprendenti sugli stalloni, dal loro comportamento sociale al loro atteggiamento durante l’addestramento e la riproduzione. Scopriamo insieme di più su questi incredibili animali!
COMPORTAMENTO SOCIALE
Il primo aspetto da approfondire è il comportamento sociale degli stalloni. In cattività, è piuttosto comune trovarli isolati, con un contatto limitato con altri cavalli. Purtroppo, questa scelta è spesso adottata da handler inesperti che preferiscono evitare il tempo necessario per introdurre uno stallone al branco. Tuttavia, vale la pena notare che l’isolamento non è l’unica soluzione.
1. Uno stallone tende a creare legami più forti con i suoi compagni rispetto a fattrici e castroni
Gli stalloni possono essere più orientati socialmente rispetto alle fattrici o ai castroni. Spesso formano legami molto stretti con altri cavalli e possono diventare distratti o agitati quando vengono separati dai loro compagni preferiti. Questo aspetto sociale può influenzare il loro comportamento durante le sessioni di addestramento.
2. Gli stalloni hanno un forte istinto di marcatura del territorio
Gli stalloni sono un po’ come i lettori di giornali nel mondo dei cavalli. Raccolgono informazioni su ciò che accade intorno a loro annusando le deiezioni degli altri cavalli. Non è raro che aggiungano il proprio “marchio” urinando o defecando sopra quelle di un altro cavallo. In contesti domestici, questo comportamento tende a diminuire. Inoltre, gli stalloni sono naturalmente territoriali e possono mostrare aggressività verso altri stalloni che entrano nel loro territorio. Questo comportamento è comune in natura ma può essere gestito attraverso l’addestramento e la socializzazione.
3. Sono molto sensibili ai cambiamenti nel loro ambiente
Hai mai sentito il consiglio di osservare l’umore del tuo cavallo prima di pianificare la giornata? Bene, è particolarmente importante quando si tratta di stalloni. Durante la stagione riproduttiva, possono comportarsi in modo molto “da stalloni”, mostrando più aggressività e reagendo in modo esagerato anche ai piccoli cambiamenti intorno a loro. Non è insolito vedere uno stallone passare da completamente rilassato a eccitato senza una ragione apparente. Fai attenzione ai cambiamenti nel loro ambiente, come l’arrivo di un nuovo cavallo nelle vicinanze. Gli handler e i cavalieri dovrebbero essere consapevoli di questi comportamenti e prendere le giuste precauzioni per garantire la sicurezza di tutti, a partire dal cavallo stesso!
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La maggior parte delle volte, gli stalloni vengono mantenuti principalmente per scopi riproduttivi. Questo è particolarmente vero quando il cavallo in questione vanta un pedigree impressionante, ha ottenuto eccellenti risultati in una particolare disciplina o possiede un temperamento equilibrato insieme ad altre qualità di alto livello.
4. Non tutti gli stalloni sono adatti alla riproduzione
Perché uno stallone venga ufficialmente riconosciuto come riproduttore (detto “stud”), deve superare una valutazione di idoneità riproduttiva. Questa valutazione include tipicamente esami fisici e riproduttivi per assicurarsi che sia fertile e in grado di produrre una prole sana, priva di condizioni ereditarie.
5. Molti stalloni hanno carriere riproduttive relativamente brevi a causa delle richieste fisiche della riproduzione
Gli stalloni possono ritirarsi dalla riproduzione molto prima della loro aspettativa di vita complessiva, che supera spesso i 20 anni. Durante la loro carriera di stallone, necessitano di una dieta speciale per soddisfare i maggiori fabbisogni nutritivi, fondamentali per mantenere la fertilità.
ADDESTRAMENTO
Addestrare uno stallone è una sfida impegnativa, ma anche un’esperienza incredibilmente gratificante. Una volta guadagnata la loro fiducia, avrai accanto uno degli animali più leali e coraggiosi che si possano immaginare. Gli stalloni possono insegnarti più cose su te stesso di quanto possano fare mille lezioni di vita. Non sono mai ordinari o prevedibili, ma prosperano in una routine stabile ancora più dei loro compagni, fattrici e castroni.
6. Non si domina uno stallone; si deve collaborare con lui
Non è raro sentire parlare degli stalloni come se fossero draghi da domare con pura forza e senza alcuna compassione. Questi cavalieri spesso trascurano l’aspetto fondamentale di costruire un legame forte con i loro stalloni (e con tutti i cavalli, in generale), un legame che si basa su una relazione positiva e di fiducia. A causa della loro natura assertiva, gli stalloni richiedono spesso handler esperti, capaci di stabilire e mantenere un equilibrio di fiducia e rispetto, qualità che gli stalloni tenderanno continuamente a mettere alla prova. È vero che gli stalloni possono manifestare comportamenti sfidanti in modo più marcato rispetto ad altri cavalli, ed è per questo che gli handler devono essere coerenti, calmi e assertivi nei loro metodi di addestramento.
Un cavaliere che mi aiutava con il mio stallone, Yazan, una volta mi disse: “Se stai cercando di gestirlo, hai già perso in partenza. Devi coinvolgerlo e giocare con lui, accettando che non lo controllerai mai del tutto.” Non avrebbe potuto essere più chiaro di così.
Addestrare uno stallone non significa dominarlo, ma creare una partnership basata su rispetto reciproco e comunicazione. Solo così si può sfruttare il loro potenziale e godere della loro straordinaria compagnia.
7. Uno stallone può essere utilizzato sia per la riproduzione che per l’equitazione
Sapevi che gli stalloni possono svolgere un doppio ruolo? Possono eccellere sia nella riproduzione che nell’equitazione. Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio. I proprietari spesso gestiscono con cura il loro tempo, concentrandosi sulla riproduzione quando necessario e sull’equitazione per attività come trekking, dressage o corse su pista. Serve esperienza nel gestire il comportamento degli stalloni e garantire la sicurezza, ma quando fatto correttamente, questi cavalli possono brillare in entrambi i ruoli. Se incontri uno stallone che è un professionista sia in sella che in riproduzione, stai ammirando la loro incredibile versatilità!
8. Gli stalloni possono preferire stare ultimi durante le passeggiate a cavallo
Molti stalloni, così come i cavalli in generale, mostrano un comportamento durante le passeggiate che riflette i loro istinti naturali. In natura, i cavalli spesso viaggiano in branco, e gli individui più dominanti o protettivi, come gli stalloni, tendono a posizionarsi nella parte posteriore del gruppo per vigilare sugli altri e garantire la sicurezza del branco.
Gli stalloni, essendo naturalmente protettivi e attenti, possono preferire stare per ultimi durante una passeggiata perché ciò consente loro di svolgere questo ruolo istintivo. Da quella posizione possono controllare il gruppo, assicurandosi che nessuno venga lasciato indietro o affronti eventuali pericoli.
Tuttavia, le personalità dei cavalli possono variare. Non tutti gli stalloni preferiscono automaticamente questa posizione. Alcuni più competitivi potrebbero sentirsi a proprio agio a guidare il gruppo o a stare nel mezzo, mentre altri apprezzano sinceramente la responsabilità di essere il “capo del sentiero” in coda.
Contribuiamo a sfatare i miti sugli stalloni nella comunità equestre

Dopo aver posseduto uno stallone per più di tre anni – seppur in modo non del tutto intenzionale – mi sono stancata di vedere persone fare supposizioni su di lui solo perla sua natura. Fortunatamente, ho anche incontrato cavalieri esperti e riflessivi che mi hanno aiutato a comprenderlo meglio e gli hanno dato l’opportunità di vivere una vita sociale, come qualsiasi cavallo merita.
Per questo ritengo fondamentale condividere quante più informazioni possibili su questi straordinari animali. Solo aumentando la nostra conoscenza possiamo aiutare la comunità equestre a smantellare i miti che si sono costruiti intorno agli stalloni.
Hai riscontrato che queste curiosità siano vere anche per il tuo stallone? Pensate che abbia dimenticato qualcosa? Sentiti libero di condividere le tue opinioni nei commenti qui sotto!
Da 10 anni vivo il mondo dei cavalli, ma non mi era capitato di gestire un prossimo stallone: è nato nel nostro maneggio un puledro murgese, con un buon pedigree, ha 2 anni e non vorrei castrarlo. Ci sto insieme quasi tutti i giorni e risponde bene nei giochi parelli. Lo teniamo in paddok libero separato dalle femmine e castroni con un recinto elettrificato: non ha mai provato a rompere, forse perchè è ancora giovane. Quano lo porto in campo passo davanti alle femmine e lì impenna, rischiando di farci male. Ho mille dubbi ma anche un grand desiderio di tenerlo intero. Che fare? Grazie
Salve Mario, premettendo che non sono un’addestratrice professionista, mi permetto di esprimere il mio personale parere, che sicuramente in molti non approveranno.
1) Se ha interesse nell’utilizzare lo stallone in futuro per fare breeding, e inoltre, mi pare di capire che ha anche la possibilità di organizzare per lui e per il resto del branco degli spazi adeguati, le consiglierei di non castrarlo. Pensi però che ci sono anche delle alternative per la conservazione del seme. Può richiedere la conservazione del seme congelato preventivamente alla castrazione se deciderà di farlo. Da tener conto comunque costi per la raccolta e la banca del seme, e che il seme congelato ha comunque delle percentuali di successo molto più basse rispetto all’inseminazione con seme fresco.
2) Il puledro, a 2 anni inizia a dimostrare tutti quei comportamenti tipici dello stallone. Tenga a mente che è un adolescente ed è questo il momento ideale per iniziare ad addestrarlo da terra per evitare che in futuro peggiori. Quello che mi sento di consigliarle, come puro parere personale, visto che mi dice che risponde bene al groundwork e’ quello di iniziare a lavorarlo proprio in prossimità (sempre in sicurezza) del resto del branco.
Mentalmente, deve piano piano riuscire a concentrarsi e rispettare la persona in ogni situazione, non solo quando siete da soli. Se ha dello spazio davanti al recinto degli altri cavalli, lo giri alla corda li, segua con lui i giochi parelli davanti alle femmine. Può utilizzare anche dei rinforzi positivi (cibo) premiando ogni suo segno di tranquillità. Lo faccia con costanza.
3) Cerchi di non isolarlo completamente dagli altri cavalli. Ad esempio, durante la gestione quotidiana, come il lavoro o il grooming, lo accudisca vicino ad altri cavalli.
Alla fine vorrà avere uno stallone “abituato” alla presenza di tutto il branco, non tenuto in isolamento, rischiando che ogni presenza poi scateni in lui estrema eccitazione.
Mi faccia sapere cosa ne pensa. La ringrazio per il commento.
Grazie per la risposta, che seppur umile, dice più tutto.
Quello che ci tiene chiusi nei recinti mentali è una questione culturale, che non è quella dei nostri nonni.
Il puledro è cresciuto nel branco e all’età di 18 mesi l’abbiamo messo in box. Io non ero contento di questa sistemazione anche perchè non gli consentiva uno sviluppo sano, fatto di sole, corse e vento.
Così gli abbiamo realizzato una paddok largo circa 15 mt e lungo un centinaio, con la presenza di alberi, adiaccentte a questo c’è un altro recinto simile dove teniamo 2 mezze poni e poi il resto del branco, una quindicina di cavalli fra femmine e castroni.
Fra il campo di lavoro e il recinto delle femmine ci sono circa 10 mt. Nel campo è tranquillo. E’ solo proprio davanti alle cavalle che fa il bullo, poi gli passa.
Sinceramente le prime volte ho avuto paura, adesso un pò meno.
Osservo cmq che ogni giorno mi accetta di più e vuole avvicinarsi, ma io, forse per paura, lo tengo a distanza, anche perchè voglio che impari a non invadere il mio spazio.
Grazie ancora.
La terrò aggiornata